Danilo Filippo Barbarinaldi, alias DAB, nasce nell’anno 82 del secolo scorso a Matera.
Cresce fra gli orfani post atomici dei cartoni animati ed i giochi autoprodotti con la plastilina, addestrandosi a salvare il mondo. Finché un giorno poco più che bambino s’innamora del FUMETTO.
Un amore appassionato, travolgente che dura fino ad oggi, una relazione con alti e bassi, ma senza routine e che non abbandona mai.
Neanche quando al liceo artistico (Carlo Levi di Matera) gli presentano la mitologia greca raffigurata sui reperti archeologici, augurandogli di sistemarsi.
Ed anche quando negli anni dell’Accademia ha avuto delle scappatelle con la pittura, il rapporto è sopravvissuto, nonostante le tracce lasciate dalle avanguardie.
In anni di relazione felice però (con buoni risultati a concorsi locali e nazionali), una liaison con la cartapesta, partecipando alla realizzazione di ben due Carri della Bruna, ha quasi distrutto questo rapporto.
Ed ora che può definirsi quasi adulto continua ad importunare altre forme d’espressione: la grafica – intesa come l’insieme delle tecniche di stampa antiche e sia come fotocomposizione, vettori ed impaginati tramite softwear – e la pittura murale – una ex fiamma tornata in auge dopo un fortuito incontro dal clima nostalgico.